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IL SUPERUOMO-ADOLESCENTE CHE PIACE AL POTERE

giugno 20, 2012

UN MODO NUOVO PER ASSERVIRE: CONDIZIONARCI AL GODIMENTO*

Origini del nichilismo.  Era figlio di un pastore protestante prussiano e fu allevato secondo principi morali molto rigidi. Forse per reazione a questa rigidezza, nella sua interessante elaborazione culturale, il filosofo Nietzsche ha contestato ogni idealismo e ogni principio metafisico, con l’affermazione che “Dio è morto”. Di questa morte vedeva, come conseguenza nella società del suo tempo, un crescente nichilismo, specificamente una mancanza di senso delle cose, di scopo della vita. Questa però è una condizione di crisi, di malattia della società, che bisogna superare. Per giungere a questo superamento le proposte di Nietszche sono particolarmente significative. Proponeva infatti un’altra antropologia, un tipo di uomo diverso da quello usuale. Proponeva il recupero di quello che già nell’antichità era indicato come “spirito dionisiaco” (contrapposto a quello apollineo). Il dio greco Dioniso infatti impersonava il delirio mistico e l’ebbrezza da vino. Nietzsche vi vede l’immagine mitologica dell’impulso vitale, della creatività, del desiderio, colto nel suo aspetto più produttivo e pre-razionale. Essendo convinto dell’esistenza della sola vita terrena legata al corpo, affermava che l’uomo deve ascoltare il proprio corpo e lasciarsi guidare dalle sue pulsioni. In tal modo si avrebbe avuto un accrescimento dello spirito (dionisiaco) e si sarebbero aperte le porte a una nuova epoca, col superamento del nichilismo. Ma questo, diceva Nietzsche verso la fine dell’800, richiederà molto tempo: avremo almeno due secoli di nichilismo – e finora non ha certo avuto torto.

Volontà di potenza e superuomo:  sono importanti corollari della costruzione filosofica di Nietzsche. La volontà di potenza, definita come perpetua trascendenza e rinnovamento dei propri valori, ma anche come sopraffazione delle volontà più deboli, è considerata il movente della storia dell’uomo. Si tratta di una forza vitale, positiva. Secondo Nietzsche l’uomo deve continuamente aggiornare il suo punto di vista e mai fissarsi su una presunta verità, pretendendo che sia vera, poiché in tal modo negherebbe la pulsione vitale del cambiamento. La volontà di potenza non si afferma dunque come desiderio concreto di uno o più oggetti specifici, ma come il meccanismo del desiderio, nel suo stesso funzionamento incessante: esso vuole, continuamente, senza sosta, il suo stesso accrescimento, ovvero è pulsione infinita di rinnovamento. Il tema della volontà di potenza è strettamente legato con quello del superuomo, l’uomo cioè che va oltre se stesso, sa dare significato alla propria vita, consentendo così di superare l’attuale nichilismo. Il superuomo (o oltreuomo, secondo traduzioni più recenti) assumerà su di sé il peso di questa volontà creatrice. Avrà anche la fondamentale caratteristica di non pensare più in termini di passato e futuro, di principi da rispettare e scopi da raggiungere, ma vivere “qui e ora”, nell’attimo presente.

Sfida di verità.  Da questi brevi tratti si può già vedere come le idee di Nietzsche non siano sterili discussioni accademiche, ma rappresentino una sfida di verità sull’uomo e la vita. Le idee che sostengo, poteva dire a suoi ipotetici interlocutori, le sento, le vivo, non me le sono inventate: sento di essere fatto di carne, di voglia di vivere, di volontà di potenza, di emozioni, di godimento; è questa la mia verità. Voi sostenete che vi sono altri valori, principi da osservare, ideali da perseguire? Fatemeli vedere, incarnateli, testimoniate. Altrimenti resto della mia idea che quelle sono balle e che l’essenza dell’umano sta nella vitalità dionisiaca e nella volontà di potenza. In effetti le sue idee hanno avuto un successo che probabilmente va molto al di là delle sue stesse intenzioni. Ad es. l’idea di superuomo – che per Nietzsche non identificava un capo carismatico, ma un profeta religioso (come Zarathustra) – è stata tragicamente strumentalizzata dal nazismo, sfociando nelle ben note efferatezze genocide. Ma forse ancor maggiore rilievo hanno preso queste idee nel moderno capitalismo della globalizzazione, che non per nulla è stato anche definito tecno-nichilista. Tecno perché la tecnica (basata sulla matematica) è oggi il linguaggio universale, che consente di intendersi con tutti i popoli, segnando oggettivamente una netta superiorità del mercato (aperto alla tecnica), rispetto alla politica. La tecnica inoltre è soggetta a quel continuo cambiamento migliorativo che è implicito nell’uomo e nella sua volontà di potenza. Nichilista perché, chiuso ad ogni prospettiva e responsabilità, produce l’indebolimento sistematico di tutti i significati condivisi, sposando l’idea di libertà come espressione di sé, di godimento senza limiti.

Il diritto al godimento  è ciò che più sistematicamente e nascostamente propina l’attuale fase del capitalismo che stiamo attraversando. Alcuni l’hanno individuato come meta messaggio derivante dalla pubblicità – che promette la felicità attraverso i singoli messaggi. Altri sostengono che il politicamente corretto è precisamente il non mettere in discussione il diritto al godimento di ciascuno. Sta di fatto che l’attuale capitalismo si attaglia pienamente all’antropologia e alla filosofia di Nietzsche. Basti pensare a come gli operatori economici puntano al guadagno immediato, senza curarsi delle conseguenze a più lungo termine, o allo scarso valore che viene riconosciuto alla storia o alle tradizioni del passato. I media sono la fucina di questa mentalità nascosta: non per nulla il loro controllo diventa sempre più cruciale nella vita economica e politica. I politici nelle campagne elettorali promettono una sola cosa: maggiore godimento per chi li eleggerà. Ma il tipo di uomo che i media vogliono (e plasmano) è infantile, privo di senso critico: deve essere come un adolescente quando arriva a gustare la libertà di non essere più controllato dai genitori: una libertà che vorrebbe senza limiti, ma anche senza responsabilità. È ovvio che questa posizione è insostenibile, se non altro perché lede la libertà altrui.

In definitiva  la mancanza di limiti, di direzione e di senso connotano la libertà che l’attuale capitalismo garantisce. È come una barchetta che esce nell’immenso oceano con la libertà di andare dove vuole, senza pensare che un’onda o una corrente la può travolgere. Nietzsche ha avuto il grande merito di ricordarci che l’uomo non è solo razionalità e doveri. La dimensione affettiva ed emotiva ha un’enorme importanza – e su questa spesso giocano media e politici. Un corollario di questa importanza potrebbe essere il valore delle autonomie locali, sottolineato dallo sturzismo. In ambito locale infatti può essere giocata maggiormente l’affettività, si possono percepire i bisogni concreti delle persone, così come può emergere il valore delle proprie origini. Il localismo è quindi un antidoto contro la tendenza implicita nel capitalismo tecno-nichilista a vivere nell’immediato, senza riferimento al proprio passato e al futuro. Nietzsche ci ha insegnato anche a saper cogliere le opportunità, perché certe rinunce possono risolversi in una riduzione di vita. Ha colto tratti importanti dell’umano. Ma i danni – passati, presenti e futuri – conseguenti all’applicazione, più o meno distorta, delle sue idee, potrebbero essere incommensurabili. Per non parlare dell’immane tragedia delle guerre e della Shoah, si può ricordare che oggi, col capitalismo tecno-nichilista, il consumo di psicofarmaci tende a crescere vertiginosamente. Ma ancora si pensi a cosa potrebbe succedere quando il riscaldamento climatico arriverà al punto di non ritorno o quando la follia bellica facesse esplodere l’arsenale nucleare. Apprezziamo la lezione sull’umanità che Nietzsche ci ha dato, ma sottolineiamo parole che lui ha trascurato: responsabilità, impegno, futuro…

*spunti tratti dalla lezione del prof. Mauro Magatti al corso di formazione alla politica dei Circoli Dossetti il 6 marzo 2010 sul tema: Libertà immaginaria. Le illusioni del capitalismo tecno-nichilista: http://www.dossetti.com/corso/corso%202010/201006magatti.html