ALTERNATIVA AL REGIME: UNIAMOCI ORA

di  Luigi De Magistris,  L’unità, 15 ottobre 2009

Non vi è dubbio che per il bene del Paese Silvio Berlusconi dovrebbe farsi da parte, soprattutto per la decadenza etica che egli incarna e per gli interessi personali che persegue. Al di là delle evidenti implicazioni penali delle sue condotte. Purtroppo questo non accadrà ed anzi il Presidente del Consiglio si sta preparando al colpo di coda più duro del suo regime. Procedere alla disintegrazione della Costituzione, alla delegittimazione violenta di coloro che si oppongono al suo credo, alla modifica in senso peronista dello Stato e della Società. È il momento, quindi, che coloro i quali abbiano a cuore la democrazia e vogliano un’altra Italia costruiscano, in temi rapidi, l’alternativa al berlusconismo. Le risorse nel nostro Paese ci sono e sono anche tante. Il dissenso è però frammentato, va collettivizzato. Dobbiamo costruire un patto sociale tra chi ha un ruolo di rappresentanza politico-istituzionale ed il popolo che agisce attraverso la democrazia partecipativa che, come linfa vitale, sta crescendo giorno dopo giorno nel nostro Paese. Credo che i due principali pilastri dell’alternativa al berlusconismo debbano essere la questione morale e la questione culturale.

La questione morale non può essere ridotta all’assenza di pregiudizi penali – già di per sé rilevante – ma è molto di più. E’ intendere e praticare l’azione politica come strumento per il bene pubblico e per il perseguimento dell’interesse del Paese. Difendere ed attuare la Costituzione Repubblicana operando con onestà, trasparenza, lealtà. Lottare per i diritti di tutti, in primo luogo dei più deboli.

La questione culturale è proporre un’alternativa di società a quella plasmata da Berlusconi grazie  soprattutto agli strumenti della propaganda di regime che operano dagli inizi degli ’80. L’obiettivo della vita non deve essere il profitto, non deve contare l’avere, ma soprattutto l’essere. La tensione ideale e la dignità della persone vengono prima della ricchezza materiale. Non va perseguito il liberismo del consumatore universale, ma un modello economico che tende alla eliminazione delle disuguaglianze e che migliora la qualità della vita rispettando la natura che è all’origine del nostro essere. Il modello dell’apparenza va respinto, favorendo la meritocrazia che deve sostituire le logiche di appartenenza, da quelle politiche a quelle mafiose.

Da questi due pilastri,  descritti sinteticamente, si costruisce il resto. Ci confronteremo, saremo anche divisi su diversi punti, ma uniti nello spirito che animò i nostri padri costituenti. La Costituzione deve essere la parte fondamentale del nostro programma. Altra condizione che ritengo necessaria è che la prima linea di questo progetto – che porterà alla fine del berlusconismo – deve essere composta da persone diverse da quelle che hanno sinora fallito deludendo fortemente le aspettative degli italiani onesti. Il nostro popolo vuole un forte cambiamento ed idee che camminano sulle gambe di persone che hanno dimostrato con la loro storia da che parte stare.

Partiti. Italia dei Valori sta facendo la sua parte. È divenuta l’avamposto della difesa della Costituzione, senza se e senza ma, senza ragion di Stato che tenga. Ha avuto il coraggio di aprire le sue porte ad una parte importante della società civile del Paese. Certo ci sono anche aspetti del nostro agire politico che non piacciono, ma non abbiamo mai pensato di possedere il dogma della verità, di certo ci contraddistingue la passione di voler cambiare questo Paese, rompendo con il sistema della casta, per dare un futuro dignitoso e migliore ai nostri figli. Non può esserci l’alternativa senza il PD, il principale partito di opposizione, al quale portiamo sincero rispetto e dal quale ci aspettiamo tanto e che voglia e sappia dare un contributo decisivo, in termini di idee e di persone che all’interno del partito non mancano di certo. Così come non può esserci alternativa senza il contributo della sinistra e del mondo radicale che sono rimasti fuori anche dal Parlamento Europeo nonostante una forte ramificazione nel nostro Paese.

La grande linfa di questo progetto la troviamo fuori dai partiti, in quella parte straordinaria del Paese che opera ogni giorno senza piegare la schiena ed in attesa del fresco profumo di libertà, nei movimenti e nelle associazioni, cattoliche e laiche, nella rete con la quale dialoghiamo costantemente. C’è un Paese che aspetta solo un segnale, purchè sia chiaro ed inequivocabile. Sta a chi ha responsabilità politiche comprendere che è venuto il momento di unire le forze sui valori ed i principi fondanti della democrazia e dello Stato di diritto, con donne ed uomini credibili che hanno il solo intento di mettersi al servizio del Paese e che non possono e non devono deludere chi ci osserva con attenzione e severità in quanto non vuole rimanere ancora una volta deluso da un certo modo di fare politica. Costruiamo subito questa alternativa di governo nei luoghi istituzionali e nelle strade. Agiamo prima che sia troppo tardi.

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